Piano di
Sorrento - E per dirla alla
Mourinho: «Zero candidati».
Sorrento, Sant'Agnello, Piano di Sorrento e Meta hanno
una peculiarità, sono quattro comuni disposti geograficamente in linea da
ponente a levante, che si intersecano con confini spesso incomprensibili e
sconosciuti anche ai residenti, e che coprono il territorio che va dalle vicine
Vico Equense a nord est e Positano a sud est, fino a Massa Lubrense ad ovest,
affacciandosi a nord tutte sul golfo di Napoli, e tranne Meta, a sud sul golfo
di Salerno.
Il toponimo della strada principale che li attraversa
è univocamente «Corso Italia», mutevole solo nella numerazione ad ogni confine
comunale, ed in alcuni casi non coincidenti ai lati, essendo per lunghi tratti
Sant'Agnello a sud, e Piano di Sorrento a nord, così da confonderne piazzette e
larghi e condividendo un luogo importante come Piazza della Repubblica
(Mercato).
In poco più di cinque chilometri ci sono quattro
palazzi di città, i municipi, con uffici, impiegati e funzionari, corpi di
polizia municipale, ed amministrazioni spesso in competizione fra di loro,
ciascuna atta a coltivare il proprio orticello elettorale.
Non c'è una visione d'insieme, la raccolta rifiuti è
gestita da tre enti diversi, il Piano Sociale di Zona è stato ultimamente
rivisto con la creazione di un'altra ennesima azienda speciale consortile per
la gestione, non c'è un piano unico d'investimenti e di gestione del
territorio, dimostrazione lampante è il caso di Via Ponte Orazio lato Piano di
Sorrento, Via Ponte Vecchio lato Meta, strada unica di quei confini politici
dettati da una vetusta fisica morfologica del territorio, crollata dall'aprile
scorso e gestito dalle due amministrazioni: il risultato dal lato carottese è
zero assoluto, la strada non è ancora transitabile ed i residenti semi isolati.
Non c'è un piano traffico unico, o meglio c'era quello
della Sisplan datato 2000, ma le amministrazioni lo stravolsero per soddisfare
le varie richieste: a piano di Sorrento si oppose l'ASCOM, ritendendo che «Il
regolare scorrimento del traffico costituisce il polmone vitale del commercio
locale che è l'unica fonte economica del Paese» (ASCOM prot. n. 34 del
4/1/2001).
Quattro porti turistici, da quello concettualmente
sbagliato di Meta che nell'ampliazione portò all'insabbiamento della banchina e
all'erosione della spiaggia dell'Alimuri, a quello di Sant'Agnello, la cui
unica via d'accesso è transitando per Piano di Sorrento; e soprassiedo sulla
necessità di concedere ormeggi ai proprietari di imbarcazioni a scapito dei
cittadini residenti che in sostanza non hanno più lidi pubblici per la balneazione.
Una politica alloggi deficitaria, dove i residenti non
trovano abitazioni non tanto per la mancanza oggettiva di appartamenti, ma
anche e soprattutto per la proliferazione di B&B e relative permissività,
che fanno sentire i cittadini ospiti ancor più del turista di passaggio.
E potrei continuare con gli esempi, ma a questo punto
la domanda che pongo è: «A chi giova mantenere i quattro feudi e sperperare
così le tasse dei cittadini»?
Poi ci si duole che un territorio come la penisola
sorrentina, vero traino economico e portatore di ricchezza dell'intera regione,
non sia capace di esprimere un candidato e non abbia rappresentanza in alcuno
dei due rami del parlamento.
Del comune unico se ne dovrà occupare necessariamente
il governo centrale, vista l'incapacità e la scarsa lungimiranza delle
pubbliche amministrazioni sorrentine nel fare gli interessi delle rispettive
cittadinanze, tenute divise da falsi e stupidi campanilismi creati ad arte,
laddove ciascuno di noi ha bene o male vissuto gran parte della propria vita in
un solo unico territorio.