giovedì 8 febbraio 2018

CENTRO CULTURALE COMUNALE "FERDINANDO IMPOSIMATO"


Piano di Sorrento - Ieri, mercoledì 7 febbraio alle 18:00, si è riunita la commissione permanente attività culturali, per discutere della mozione del M5S d'intitolare una strada o una piazza al Presidente Imposimato.
Con l'intento di non arrecare disagi burocratici ai cittadini, si è convenuto all'unanimità di dedicare il Centro Culturale Comunale di Via delle Rose, a Ferdinando Imposimato.
La richiesta è stata quindi inoltrata al Sindaco e alla Giunta per formalizzare l'intitolazione.
Il MoVimento 5 Stelle Piano di Sorrento si compiace per il giusto riconoscimento al nostro concittadino onorario Ferdinando Imposimato.

«Il terrorismo va combattuto senza mezzi termini e senza incertezze, ma anche smascherando coloro che si giovano del terrorismo con il pretesto di combatterlo» Ferdinando Imposimato

venerdì 2 febbraio 2018

MUNICIPI A KM.0


Piano di Sorrento - E per dirla alla Mourinho: «Zero candidati».
Sorrento, Sant'Agnello, Piano di Sorrento e Meta hanno una peculiarità, sono quattro comuni disposti geograficamente in linea da ponente a levante, che si intersecano con confini spesso incomprensibili e sconosciuti anche ai residenti, e che coprono il territorio che va dalle vicine Vico Equense a nord est e Positano a sud est, fino a Massa Lubrense ad ovest, affacciandosi a nord tutte sul golfo di Napoli, e tranne Meta, a sud sul golfo di Salerno.
Il toponimo della strada principale che li attraversa è univocamente «Corso Italia», mutevole solo nella numerazione ad ogni confine comunale, ed in alcuni casi non coincidenti ai lati, essendo per lunghi tratti Sant'Agnello a sud, e Piano di Sorrento a nord, così da confonderne piazzette e larghi e condividendo un luogo importante come Piazza della Repubblica (Mercato).
In poco più di cinque chilometri ci sono quattro palazzi di città, i municipi, con uffici, impiegati e funzionari, corpi di polizia municipale, ed amministrazioni spesso in competizione fra di loro, ciascuna atta a coltivare il proprio orticello elettorale.
Non c'è una visione d'insieme, la raccolta rifiuti è gestita da tre enti diversi, il Piano Sociale di Zona è stato ultimamente rivisto con la creazione di un'altra ennesima azienda speciale consortile per la gestione, non c'è un piano unico d'investimenti e di gestione del territorio, dimostrazione lampante è il caso di Via Ponte Orazio lato Piano di Sorrento, Via Ponte Vecchio lato Meta, strada unica di quei confini politici dettati da una vetusta fisica morfologica del territorio, crollata dall'aprile scorso e gestito dalle due amministrazioni: il risultato dal lato carottese è zero assoluto, la strada non è ancora transitabile ed i residenti semi isolati.
Non c'è un piano traffico unico, o meglio c'era quello della Sisplan datato 2000, ma le amministrazioni lo stravolsero per soddisfare le varie richieste: a piano di Sorrento si oppose l'ASCOM, ritendendo che «Il regolare scorrimento del traffico costituisce il polmone vitale del commercio locale che è l'unica fonte economica del Paese» (ASCOM prot. n. 34 del 4/1/2001).
Quattro porti turistici, da quello concettualmente sbagliato di Meta che nell'ampliazione portò all'insabbiamento della banchina e all'erosione della spiaggia dell'Alimuri, a quello di Sant'Agnello, la cui unica via d'accesso è transitando per Piano di Sorrento; e soprassiedo sulla necessità di concedere ormeggi ai proprietari di imbarcazioni a scapito dei cittadini residenti che in sostanza non hanno più lidi pubblici per la balneazione.
Una politica alloggi deficitaria, dove i residenti non trovano abitazioni non tanto per la mancanza oggettiva di appartamenti, ma anche e soprattutto per la proliferazione di B&B e relative permissività, che fanno sentire i cittadini ospiti ancor più del turista di passaggio.
E potrei continuare con gli esempi, ma a questo punto la domanda che pongo è: «A chi giova mantenere i quattro feudi e sperperare così le tasse dei cittadini»?
Poi ci si duole che un territorio come la penisola sorrentina, vero traino economico e portatore di ricchezza dell'intera regione, non sia capace di esprimere un candidato e non abbia rappresentanza in alcuno dei due rami del parlamento.
Del comune unico se ne dovrà occupare necessariamente il governo centrale, vista l'incapacità e la scarsa lungimiranza delle pubbliche amministrazioni sorrentine nel fare gli interessi delle rispettive cittadinanze, tenute divise da falsi e stupidi campanilismi creati ad arte, laddove ciascuno di noi ha bene o male vissuto gran parte della propria vita in un solo unico territorio.