sabato 18 giugno 2022

SE AVESSI VINTO LE ELEZIONI...

Sapevo che nel 2016 non avrei potuto fare il Sindaco di Piano di Sorrento, anche se avessi vinto le elezioni. E che a negarmelo fossero i miei stessi “promotori”, nel nome e nel segno del loro concetto personalissimo di “honestà”.
Il 31 maggio del 2016 mi recai a Napoli, in pieno svolgimento la campagna elettorale di Matteo Brambilla contro De Magistris, c’erano tutti (o quasi) i portavoce della Campania a sostegno, soprattutto c’era Roberto Fico. A lui chiesi come mai ancora dovessi ricevere l’autorizzazione all’utilizzo del simbolo, mentre tutti gli altri candidati erano nel pieno della campagna elettorale.
Mi rispose che lo staff era impegnatissimo nelle valutazioni delle domande e che comunque avrei avuto una risposta. Per inciso, chi veniva estromesso per un qualsiasi motivo, non riceveva comunicazioni.
Il giorno successivo, a quattro giorni dalla scadenza della presentazione delle liste, ricevetti la mail dello staff con l’autorizzazione. Eravamo tutti strafelici, d’altro canto già ci avevamo messo la faccia; ma quello che accadde la sera del 2 maggio fu surreale. Infatti nel corso di una riunione organizzativa con i candidati, quando ormai già avevamo dato l’annuncio della nostra partecipazione e della mia candidatura a Sindaco, giunse sul mio smartphone una seconda inaspettata e “sgrammaticata” mail del cosiddetto staff, con la quale incomprensibilmente si intimava ad otto dei miei candidati consiglieri, di firmare le proprie dimissioni in bianco con la motivazione di non essere residenti a Piano di Sorrento (nello specifico nelle confinanti Meta e Sant’Agnello). Insomma, se avessi vinto le elezioni, non avrei avuto i consiglieri per poter amministrare.
Ma la cosa ancora più inverosimile è che la liberatoria di Beppe che mi fu spedita successivamente per la documentazione necessaria, era datata 23 aprile 2016, quindi antecedente entrambi le mail dello staff.
Il tutto appariva surreale giacché oltre all’assurdità della partecipazione per non vincere e “piazzare” quindi solo il consigliere, rilevavo che appena l’anno precedente nella lista 5 stelle di Sorrento c’era un solo sorrentino, e che lo stesso candidato sindaco era ed è di Sant’Agnello. Inoltre, successivamente alla mia esperienza, anche il feudo santanellese nella medesima situazione del sorrentino con candidato sindaco non residente, non furono richiesti né adottati provvedimenti “particolari”.
Tornando ai fatti carottesi, la mail produsse il risultato che la maggioranza dei candidati attuasse una campagna elettorale con il freno a mano tirato, cercando di prendere voti ma non troppi, in modo da non essere eletti e quindi costretti alle dimissioni.
Tutti fecero di tutto per farmi eleggere, e ci riuscimmo, ma questa cosa mi aprì gli occhi e mi fece distaccare non poco da quello che poi sarebbe diventato un vero e proprio cerchio magico che tirava le fila del movimento, spesso con decisioni che apparivano incomprensibili ma che a ben vedere, erano indirizzate affinché nessuno avesse troppo spazio o rilievo sul territorio.
Senza intenzione di paragonarmi, ma Favia, Pizzarotti, Fucci e così via, fornivano piene prove e alimentavano questa tesi: tutto appariva ben lontano da quel modo nuovo di fare politica che si lasciava intendere.



giovedì 16 giugno 2022

LA RESA DEI CONTI O LA RESA DI CONTE

Litigano, si sbattono, giocano a chi mette sul tavolo il carico più grosso, una sorta di tressette sulla pelle degli italiani, in palio la proprietà non intellettuale ma fisica di un logo, di un simbolo ormai rappresentativo del nulla cosmico giacché svuotato di ogni contenuto, con la mera illusione di voler prolungare quello che ormai è già scritto e sancito inequivocabilmente anche dalle ultime amministrative.
Il M5S non c'è più: Di Maio rappresenta unicamente il suo potere acquisito che prima o poi svanirà e lo relegherà nel nulla delle sue innumerevoli contraddizioni.
Conte è leader "esterno" di un partito costruito a tavolino e monocraticamente, sulle ceneri di un movimento distrutto da beghe interne e lotte per la supremazia, come galli su cumuli di pattume. Tanto valeva mostrare coraggio, togliere le stelle e formare la sua squadra (che poi alla fine è così, considerato che saranno tutti nominati da lui stesso).
La realtà è che tutto ciò alcuni di noi già l'avevano capito da tempo e denunciato, e chi ora sbraita contro questo abbrivio inarrestabile, dovrebbe recitare il mea culpa, magari cospargersi il capo di cenere per non aver saputo né leggere, né ascoltare, preferendo acclamare il "pupo d'oro" che nel loro immaginario, come re Mida, trasformava in oro tutto ciò che toccava.
Prima o poi tutto verrà fuori ed i sentimenti che ne scaturiranno potranno essere molteplici, dal divertento all'intossicazione; per quanto mi riguarda sono ormai fuori e sono convinto che qualsiasi operazione atta a riesumazioni sarà un fallimento perché, se è vero che noi italiani siamo dei creduloni e che l'elettorato del fu M5S è incurabilmente idealista, altrettanto vero è che non siamo stupidi.
Qui l'articolo del Corriere del Mezzogiorno sulla lettera premonitrice di alcuni consiglieri comunali a Beppe Grillo del settembre 2017: fra i promotori c'ero anch'io, sottoscrittore del documento.



venerdì 10 giugno 2022

GARANTE DIRITTI DISABILITÀ - TANTA FATICA PER NULLA?

Credo come a tutti, spesso mi capita di pensare alle persone care che ci mancano, in particolare quelle che ci hanno lasciato di recente. Manco a farlo apposta mi cadeva l’occhio su un mio vecchio post sulle liste d’attesa AIAS e sull’intervento dell’amica ancor prima che avvocato, Andreina Esposito.
Ora potrei scrivere di uno dei suoi tanti ricordi, una delle molteplici volte in cui mi è venuta in soccorso o in cui si prodigò in maniera del tutto disinteressata per la risoluzione di una qualche criticità; il ruolo del Garante dei diritti delle persone con disabilità pareva esserle cucito addosso.
Ma in questo momento desidero invece abbandonare il lato emozionale e descrivere il fatto politico, raccontandovi brevemente quanto è stato lungo e laborioso l’iter per riuscire a far approvare questa figura istituzionale al Comune di Piano di Sorrento.
Tutto cominciò con una mia proposta dettagliata e completa di regolamento, agli atti del giorno 29 gennaio 2017. Proposta ignorata che trasformai in mozione il 15 marzo successivo e che la maggioranza consiliare decideva di dover approfondire in commissione regolamenti.
Dopo mie insistenti pressioni, la commissione ne approvava il testo così come proposto senza modifiche, quindi il 12 aprile ripresentavo la mozione che finalmente, il 25 maggio era approvata all’unanimità dei consiglieri presenti.
Ora non voglio annoiarvi, ma se vi va di sapere nel dettaglio potete leggere oltre che dal mio blog, l’articolo del Talepiano «Salvatore Mare attacca: “incapaci, farebbero bene a dimettersi”».
Così fra un’interrogazione e un mio interpello al Prefetto di Napoli, finalmente dopo 25 mesi Piano di Sorrento nominò il suo primo Garante dei Diritti della Persona con Disabilità.
Fu una battaglia di civiltà per ottenere un qualcosa che dovrebbe essere nell’interesse di tutti, ma che parrebbe anche a questa amministrazione non importare più di tanto, al punto da ignorarne la figura anche istituzionalmente nel triste giorno in cui l’avv. Esposito, l’amica Andreina, ci lasciò.
Non un comunicato, non una presenza con fascia tricolore nemmeno di un delegato; ricordo ai funerali il solo Mario Russo (Presidente del Consiglio nella trascorsa amministrazione ed attuale Consigliere d’opposizione) e Vincenzo Califano (già portavoce dell’ex sindaco Vincenzo Iaccarino).
Quindi non sorprende che Piano di Sorrento non solo non abbia nominato il Garante ma che al momento non abbia prodotto nessun atto propedeutico teso all’individuazione di questa importantissima figura posta a tutela dei diritti di chi vive una disabilità, anche temporanea.
Ci vorrebbe poco, basterebbe copiare l’avviso di gara, e se risultasse troppo faticoso trovarlo sul sito del comune, questo è il link, è in formato word, basterebbe sostituirne le datazioni e qualche nome…