sabato 17 ottobre 2020

ABBATTUTO UNO DEI TRE PINI

ABBATTUTO UNO DEI TRE PINI

ABBATTUTO UNO DEI TRE PINI Non un’ordinanza sindacale, né autorizzazione paesaggistica della Sovrintendenza, solo il parere dell’agronomo che, per inciso, non ha autorità, ma fornisce la “sua” opinione, la quale può e deve essere confutata, laddove come in questo caso ce ne siano i presupposti. Così come si potrà ribattere se e qualche debole cavillo, fosse eventualmente addotto a pretestuosa deroga al DPR 31/2017. Il fatto che non fosse stata emanata neanche un’ordinanza di divieto di sosta, e la conseguente e coerente assenza di supporto della Polizia Municipale per la regolazione del traffico, da proprio l’idea che l’abbattimento di uno dei tre pini nel parco delle case popolari di via Bagnulo, sia stato un vero e proprio blitz. Un pino che ha impiegato oltre 50 anni per diventare alto più di 15 metri e poter così svolgere imponentemente le sue funzioni. Fino a ieri ossigenava l’aria in quota, regolava la temperatura, assorbiva il rumore prodotto dal traffico e, fra le molteplici e benefiche utilità, abbelliva anche la vista delle fredde pareti di cemento che abbiamo costruito e che ci ospitano con le nostre famiglie. È stato adottato un metodo che possiamo definire da “regime totalitario”, l’albero deve andare giù, velocemente, nell’indifferenza e nel silenzio totale, senza possibilità di appello. È un’eutanasia applicata ad esemplari sani. Questo ennesimo schiaffo al nostro patrimonio arboreo non rimarrà un episodio confinato ad un post sul blog e sui social, ne parleremo il consiglio comunale e non ci fermeremo lì. L’assessore e il sindaco dovranno spiegare, evidenziare e motivare operazioni che hanno anche un costo, e non potranno farlo con la solita scusa della pericolosità e dell’incolumità pubblica; sulla reale causa di questa presunta pericolosità vogliamo vederci chiaro giacché conosciamo la storia dell’albero, sappiamo perché è caduto un ramo (mesi fa e non ieri) e perché solo quello. Quando l’uomo medio non è in grado di gestire qualcosa, se ne disfa.

Pubblicato da Salvatore Mare su Sabato 17 ottobre 2020

lunedì 12 ottobre 2020

NEGOZI VIA SAN MICHELE - DUE ANNI E PIÙ SPRECATI

Il 13 aprile 2017, proponevo all’amministrazione Iaccarino di concedere in comodato d’uso gratuito per due anni, i locali disponibili di Via San Michele, al fine di dare la possibilità a giovani con idee imprenditoriali e scarse possibilità economiche, di provare a dar vita alle proprie ambizioni, eliminando il costo che maggiormente scoraggia chi desidera fare impresa: il fitto del locale (qui la proposta).
Un’idea semplice, due anni di prova, per saggiare se giovani carottesi o della penisola, fossero pronti a raccogliere la sfida, per vedere se la città avesse risposto positivamente alle idee innovative dei neoimprenditori.
La proposta fu ignorata, quindi presentai una mozione: da qui la richiesta della maggioranza di discuterla in Commissione. Poi il solito iter per altro mai inserito all’ordine del giorno: in conclusione, anziché adottare il programma, furono applicati dalla Giunta dei semplici sconti sui fitti.
Tutto questo, come da previsione, si sarebbe rilevato inutile giacché, come riferito dal dr. Limauro in risposta all’interrogazione di Antonio D’Aniello e del sottoscritto durante l’ultimo consiglio comunale, tre esperimenti di gara, tutti al ribasso, sono andati deserti e solo nell’ultimo si è riusciti a dare in fitto due locali; per uno di essi però, il vincitore della gara ancora deve far conoscere le sue intenzioni, nonostante il versamento della caparra.
In sostanza i locali sono rimasti vuoti, inutilizzati per tutti questi anni ed egualmente non hanno prodotto nulla per le casse comunali.
Un peccato, l’operazione avrebbe potuto avere successo, ma il tutto resterà confinato nel campo delle ipotesi.
Nel frattempo un altro locale adiacente, concesso da tempo in comodato d’uso gratuito con scadenza nel 2016 a CNC e ASCOM, ancora deve essere rilasciato: il comune ha finalmente dato mandato ai propri legali.