«Fari dei PM sul comune». Così ha titolato ieri il quotidiano Metropolis, che si è occupato della vicenda in un articolo.
Oltre all’impronta chiaramente ambientalista e quindi fondamentale per
i tempi che stiamo vivendo, la questione non è così banale come potrebbe apparire,
trattando di un finanziamento di Città metropolitana per un importo di ben € 162.416,79.
Con le parlamentari Virginia La Mura e Carmen Di Lauro, vogliamo vederci
chiaro, anche a seguito della dichiarazione resa in Consiglio dal Funzionario
comunale, secondo cui «è proprio nella discrezionalità della direzione dei
lavori fare questo tipo di intervento». In sostanza, a suo dire, l’Ente
metropolitano finanzierebbe il potere arbitrario di un agronomo, senza
possibilità di contraddittorio.
A questo va sommato il fatto che nella richiesta di finanziamento, in
riscontro alla nota del WWF del 30/10/2019, si documentava che le jacarande di via
Mercato (quelle delle famose prove di tiro all’albero, qui il video)
andavano sostituite perché avevano subito gravissimi tagli ai cordoni radicali,
inflitti erroneamente durante i lavori stradali; cosa evidentemente in
conflittualità con quanto affermato in Consiglio comunale, giacché ad una mia
interrogazione mirata a conoscere se fossero state avviate le procedure di risarcimento
danni alla ditta, il tecnico istruttore rispondeva che il danno non fosse
riscontrabile né ascrivibile, poiché si era «stati costretti ad eliminare
qualche elemento facente parte dell’apparato radicale laterale al fine di
ricostruire la complanarità della superficie di marciapiede».
Ma l’articolo 2 del regolamento comunale per la tutela del patrimonio
arboreo, vieta di arrecare danno agli apparati radicali mediante trattamenti
chimico-fisici, tranciamenti a distanza inferiore a tre volte la circonferenza
del tronco, misurata ad un metro d’altezza, e proibisce d’impermeabilizzare il
suolo al di sopra delle radici oltre il raggio di un metro dal colletto della
pianta.
Resta senza risposta soddisfacente il quesito ed ignoto il motivo per
cui, nello stesso ufficio, possano coesistere due versioni in antitesi.
Tornando ai pini di via Bagnulo e del Parco delle Mimose, a quanto
risulta si è contravvenuto alle prescrizioni della convenzione stipulata con
Città metropolitana di Napoli, secondo la quale «gli abbattimenti di piante
esistenti dovranno essere effettuati solo a seguito (n.d.r. e non prima) di
relazione sottoscritta da tecnico qualificato che, a seguito di verifica diretta,
attesti che le piante sono morte, in cattive condizioni fitosanitarie e/o
instabili e costituiscono pericolo per l’incolumità pubblica».
In conclusione, se i fondi sono finalizzati all’incremento del verde
urbano, non devono essere utilizzati per la sostituzione di alberi adulti con
piccoli esemplari, abusando della terminologia “autoctono”, che tutto o niente
significa; il potere discrezionale acquisito finora per un’omertosa
indifferenza non può essere più tollerato.