giovedì 21 gennaio 2021

IL GIALLO DEI PINI TAGLIATI

«Fari dei PM sul comune». Così ha titolato ieri il quotidiano Metropolis, che si è occupato della vicenda in un articolo.
Oltre all’impronta chiaramente ambientalista e quindi fondamentale per i tempi che stiamo vivendo, la questione non è così banale come potrebbe apparire, trattando di un finanziamento di Città metropolitana per un importo di ben € 162.416,79.
Con le parlamentari Virginia La Mura e Carmen Di Lauro, vogliamo vederci chiaro, anche a seguito della dichiarazione resa in Consiglio dal Funzionario comunale, secondo cui «è proprio nella discrezionalità della direzione dei lavori fare questo tipo di intervento». In sostanza, a suo dire, l’Ente metropolitano finanzierebbe il potere arbitrario di un agronomo, senza possibilità di contraddittorio.
A questo va sommato il fatto che nella richiesta di finanziamento, in riscontro alla nota del WWF del 30/10/2019, si documentava che le jacarande di via Mercato (quelle delle famose prove di tiro all’albero, qui il video) andavano sostituite perché avevano subito gravissimi tagli ai cordoni radicali, inflitti erroneamente durante i lavori stradali; cosa evidentemente in conflittualità con quanto affermato in Consiglio comunale, giacché ad una mia interrogazione mirata a conoscere se fossero state avviate le procedure di risarcimento danni alla ditta, il tecnico istruttore rispondeva che il danno non fosse riscontrabile né ascrivibile, poiché si era «stati costretti ad eliminare qualche elemento facente parte dell’apparato radicale laterale al fine di ricostruire la complanarità della superficie di marciapiede».
Ma l’articolo 2 del regolamento comunale per la tutela del patrimonio arboreo, vieta di arrecare danno agli apparati radicali mediante trattamenti chimico-fisici, tranciamenti a distanza inferiore a tre volte la circonferenza del tronco, misurata ad un metro d’altezza, e proibisce d’impermeabilizzare il suolo al di sopra delle radici oltre il raggio di un metro dal colletto della pianta.
Resta senza risposta soddisfacente il quesito ed ignoto il motivo per cui, nello stesso ufficio, possano coesistere due versioni in antitesi.
Tornando ai pini di via Bagnulo e del Parco delle Mimose, a quanto risulta si è contravvenuto alle prescrizioni della convenzione stipulata con Città metropolitana di Napoli, secondo la quale «gli abbattimenti di piante esistenti dovranno essere effettuati solo a seguito (n.d.r. e non prima) di relazione sottoscritta da tecnico qualificato che, a seguito di verifica diretta, attesti che le piante sono morte, in cattive condizioni fitosanitarie e/o instabili e costituiscono pericolo per l’incolumità pubblica».
In conclusione, se i fondi sono finalizzati all’incremento del verde urbano, non devono essere utilizzati per la sostituzione di alberi adulti con piccoli esemplari, abusando della terminologia “autoctono”, che tutto o niente significa; il potere discrezionale acquisito finora per un’omertosa indifferenza non può essere più tollerato.



venerdì 8 gennaio 2021

OSPEDALE DEL MARE COME IL MARIANO LAURO

OSPEDALE UNICO della penisola sorrentina.
Quando le immagini valgono più di mille parole, in particolare per chi ha memoria, per chi sa cos’è Viale dei Pini, su cosa poggia e com’è stata costruita la strada che sarà l’unico accesso all’Ospedale Unico della penisola sorrentina.
Non si è contrari ad un DEA di I livello in penisola e non lo si è a prescindere, ma solo chi è accecato può pensare di perpetrare nel perseguire un’idea improponibile.
Quel che è accaduto all’Ospedale del Mare a Napoli è un chiaro segno premonitore e non si può non tenerne conto; Sindaci, ripensateci e piuttosto battetevi per fare in modo che siano riattivati i servizi soppressi e che siano garantiti in tempi “civili” i servizi di diagnostica e le visite specialistiche.


Ospedale del Mare come il Mariano Lauro

OSPEDALE UNICO Quando le immagini valgono più di mille parole, in particolare per chi ha memoria, per chi sa cos’è Viale dei Pini, su cosa poggia e com’è stata costruita la strada che sarà l’unico accesso all’Ospedale Unico della penisola sorrentina. Non si è contrari ad un DEA di I livello in penisola e non lo si è a prescindere, ma solo chi è accecato può pensare di perpetrare nel perseguire un’idea improponibile. Quel che è accaduto all’Ospedale del Mare a Napoli è un chiaro segno premonitore e non si può non tenerne conto; Sindaci, ripensateci e piuttosto battetevi per fare in modo che siano riattivati i servizi soppressi e che siano garantiti in tempi “civili” i servizi di diagnostica e le visite specialistiche.

Pubblicato da Salvatore Mare su Venerdì 8 gennaio 2021