mercoledì 24 luglio 2019

PONTE DEL DAZIO - II Parte


Piano di Sorrento - Sfatata quindi la leggenda che la piattaforma RENDIS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) sia inutile e non finanzi i progetti, la domanda che pongo è: «Quale dissesto idrogeologico a Piano di Sorrento, è più urgente di Via Ponte Orazio»?
Un altro passo indietro: domenica 11 maggio, Salvatore Micillo (Sottosegretario MATTM) mi invita, a margine della pulizia dei fondali di Marina Grande a Sorrento, ad accompagnarlo in una visita con Antonino Esposito (Hotel Zero Wasted) al Conca Park Hotel.
Tralascio, anche se un capitolo andrebbe aperto in favore di questi imprenditori che fanno della tutela dell'ambiente un loro valore imprescindibile, e passo a raccontare nuovamente della necessità di intervento in Via Ponte Orazio, ormai chiusa da più di due anni.
La risposta è in una domanda lapidaria: «Il progetto è stato caricato sulla Rendis»?
La disponibilità di Micillo è massima, tanto che accetta di visitare con me il luogo del crollo.
Mi rendo conto delle difficoltà, che la situazione è drammatica e delicata, ma quel che vorrei comprendere, e di questo ho fatto un'interrogazione, è come ci si stia muovendo politicamente, dato che ho quasi la certezza, che l'intervento sarà effettuato con un finanziamento della Città Metropolitana di Napoli, all'interno del Piano Strategico.
Su questo ho molte remore e, sebbene già abbia trattato dell'argomento in incontri e conferenze, nonché su questo blog, sento il dovere di specificare.
La legge n.56/2014 individua come finalità primaria di Città metropolitana la "cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano". La messa a punto di un Piano Strategico prevede i seguenti passaggi:
. la convocazione della conferenza dei Sindaci (convocata, ma mai si è raggiunto il numero legale),
. la consultazione del Forum Metropolitano (mai costituito),
. la suddivisione del territorio in Zone Omogenee (nel nostro caso sono cinque aree che non tengono conto delle effettive omogeneità, infatti Capri, ad esempio, è nella stessa zona di San Giorgio a Cremano).
Dopo tutti questi passaggi, uniti magari al dotare Napoli città di Zone Amministrativamente Autonome, si sarebbe potuto redigere un piano strategico, ossia di investimenti fatti direttamente dalla Città Metropolitana, mirati alle zone omogenee.
Ma tutto ciò avrebbe richiesto lavoro e spesso non avrebbe messo d'accordo tutti gli intervenuti, allora il Sindaco Metropolitano De Magistris, ha deliberato in solitudine le già citate Zone Omogenee e, con l'apporto di Giuseppe Tito sindaco del popolo di Meta e delegato al Piano Strategico della Città Metropolitana di Napoli, proprio il Piano Strategico, che consiste nel concedere ad ogni comune afferente, € 100,00 per cittadino.
I soldi derivano dagli avanzi liberi d'amministrazione degli anni precedenti, 430 milioni di euro, su cui tutte le amministrazioni comunali si sono catapultate.
Piano di Sorrento, con i suoi oltre 13.000 abitanti, avrà più di € 1.300.000, che l'amministrazione intende dedicare al ripristino di via Ponte Orazio e al consolidamento del costone sottostante.
Appare palese che questa sia un'emergenza e non un investimento, ma la cosa che mi sconcerta è che, "a mio avviso", la Città Metropolitana potrebbe non avere facoltà di finanziare singoli comuni e quindi destinare risorse proprie agli Enti locali, trasferendo quindi fondi a pioggia.
Su questo aspetto nessun Sindaco si è interrogato, né ha chiesto chiarimenti al MEF; il MoVimento 5 Stelle ha invece prodotto un atto ispettivo a firma di Luigi Iovino, per conoscere se il procedimento adottato dalla Città Metropolitana di Napoli e la relativa interpretazione, siano corretti.
La piattaforma Rendis è acclarato che funzioni: gli stanziamenti governativi sono notevoli, perché non sfruttarla e utilizzare i fondi Metropolitani per gli investimenti nelle zone omogenee?



PONTE DEL DAZIO - Parte I


Piano di Sorrento - 1 aprile 2019, a due anni dal crollo di Ponte Orazio, mi trovo ad un incontro organizzato dal Presidente della Commissione Cultura alla Camera Luigi Gallo, con il sottosegretario all'ambiente Salvatore Micillo.
Si discute del dissesto idrogeologico e del fatto che il governo avesse stanziato 12 miliardi di euro per la messa in sicurezza del territorio.
Il giorno successivo mi reco dal segretario generale informandolo dell'incontro e della necessità di caricare i progetti sulla piattaforma RENDIS.
In breve, c'è stato un incontro con l'arch. Cannavale e il geom. Pappalardo, i quali poi si attivano seguendo la mia indicazione, inviando la progettazione relativa alla "Sistemazione Idraulico Forestale del Vallone Lavinola".
Oggi ho appreso della 
comunicazione ufficiale del Ministro Costa del 2 luglio, indirizzata al Primo Ministro Conte e al Sottosegretario di Stato Giorgetti, con la quale afferma che:
«Durante le Conferenze di servizi, i Commissari Straordinari per il dissesto (n.d.r. idrogeologico) hanno dichiarato, tra l'altro, che i Piani proposti garantiscono l'avvio della spesa già nel 2019 e gli interventi ivi contenuti hanno il carattere di urgenza e indifferibilità».
Nella missiva il Ministro sottolinea che l'impegno finanziario complessivo del Piano trova la necessaria copertura nell'ambito delle risorse afferenti a specificati capitoli di bilancio del suo Ministero.
Infine trasmette l'elenco degli interventi proposti dai Commissari straordinari, alla Cabina di regia Strategia Italia, e al CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica).
Nelle opere da finanziare, codice Rendis 15IRA44/G1, CUP B13H14000210005, Piano di Sorrento, Sistemazione Idraulico Forestale del Vallone Lavinola, importo totale e richiesto € 397.936.59.
Personalmente mi ritengo molto soddisfatto, ho reso un buon servizio alla comunità.
Cosa c'entra Ponte Orazio?
Un po' di pazienza che ci arriviamo. Segue...

martedì 23 luglio 2019

FINANZIARIA - PROPOSTE IN FAVORE DELLA GENTE DI MARE


Piano di Sorrento - Il ministro per il SUD Barbara Lezzi, ha chiesto nei giorni scorsi ai portavoce comunali e regionali, proposte da poter inserire nella prossima Legge di Bilancio 2019 (finanziaria).
Impossibile da imbastire nel poco tempo disponibile una proposta che non sia già nel cassetto, ho quindi rispolverato due questioni riguardanti il lavoro marittimo.
Una riguarda l'introduzione di misure fiscali per la deducibilità delle spese di formazione sostenute dai lavoratori marittimi: in sostanza con questo provvedimento, nemmeno particolarmente articolato, si propone di adottare una misura in favore della Gente di Mare che partecipa agli onerosi corsi formativi-abilitativi, nella forma della deduzione dal reddito da lavoro dipendente delle spese effettivamente sostenute dai lavoratori marittimi per il conseguimento e/o il rinnovo dei certificati.
La seconda, senza ulteriori oneri per lo Stato, verrebbe incontro alle esigenze dei marittimi imbarcati, richiesta peraltro effettuata congiuntamente sia delle associazioni sindacali, sia da CONFITARMA, e che recepisce inoltre il parere favorevole del MIT: si tratta dell'adozione di un dispositivo per la concessione di piccoli acconti in contanti ai marittimi imbarcati.
Infatti sovente si verifica che le navi da carico approdino nei più disparati porti del mondo posti in luoghi disagiati, presso i quali non è possibile per il marittimo, sceso dalla nave in franchigia, effettuare prelievi bancomat, né utilizzare carte elettroniche.
I marittimi hanno necessità di avere a disposizione denaro contante durante la purtroppo già breve permanenza a terra, infatti era normale prassi che gli stessi chiedessero al Comandante un anticipo in contanti della retribuzione di spettanza, il cui saldo veniva successivamente regolato con mezzi tracciati.
La Legge 205/2017 (Legge di bilancio 2018), all'art. 1, commi 910 e seguenti, ha imposto l'obbligo ai datori di lavoro, a decorrere dal 1° luglio 2018, di corrispondere ai lavoratori la retribuzione, nonché ogni anticipo di essa, attraverso mezzi di pagamento tracciati.
La proposta prevede di seguire le indicazioni ricevute dalla competente Direzione Generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, restituendo ai marittimi la possibilità di soddisfare le proprie esigenze personali durante un lungo periodo di lavoro lontano dalla propria dimora, inoltre evitando che siano comminate sanzioni alle compagnie armatrici in sede di ispezioni da parte delle Capitanerie di Porto ai sensi della Maritime Labour Convention 2006, per aver privato i marittimi del diritto di ricevere tali anticipi.
Auspico che queste due semplici proposte trovino riscontro nella prossima finanziaria e che possa essere viatico per il percorso intrapreso dal M5S, inteso a risollevare lo stato comatoso della Marineria Mercantile Italiana, abbandonata finora da tutti i governi ad un inesorabile e drammatico destino.