
Soldi a pioggia, come fossero bruscolini, ma per cosa?
Occorre fare un po' di ordine.
Si parla delle Zone Omogenee della Città Metropolitana disposte
dalla legge Delrio, previste nell'articolo 1 comma 22, a patto «che il
comune capoluogo abbia realizzato la ripartizione del proprio territorio in
zone dotate di autonomia amministrativa».
Ciò si può così tradurre: «dotare di autonomia amministrativa le
municipalità del comune di Napoli».
Questo per fare in modo di dare un senso alle zone omogenee e ripartirle con concetti che esulano dalla semplice territorialità, in favore delle attitudini commerciali, storiche, culturali, lavorative, con investimenti mirati allo sviluppo di una intera area: insomma, il cosiddetto Piano Strategico.
Questo per fare in modo di dare un senso alle zone omogenee e ripartirle con concetti che esulano dalla semplice territorialità, in favore delle attitudini commerciali, storiche, culturali, lavorative, con investimenti mirati allo sviluppo di una intera area: insomma, il cosiddetto Piano Strategico.
Piano strategico mai stilato, così come denunciava l'ex portavoce
del M5S in Consiglio Metropolitano Danilo Cascone, comportando così che i fondi
risultanti dall'avanzo di bilancio, siano destinati in modalità random, senza
scopi precisi.
Così come casuale appare la ripartizione delle zone omogenee:
vorrei capire quale genialità ha individuato affinità fra Secondigliano e
Mergellina o fra la penisola sorrentina e San Giorgio a Cremano.
Ai più appaiono linee geografiche dettate da una concezione prettamente territoriale e non socio-economica.
Appena 5 zone in cui Napoli città, con i suoi oltre 950.000 abitanti, sarebbe la più rappresentativa, ed intercetterebbe sistematicamente la maggior parte dei fondi e delle attenzioni: per intenderci la città metropolitana di Torino, si è dotata di ben 11 zone omogenee.
Ai più appaiono linee geografiche dettate da una concezione prettamente territoriale e non socio-economica.
Appena 5 zone in cui Napoli città, con i suoi oltre 950.000 abitanti, sarebbe la più rappresentativa, ed intercetterebbe sistematicamente la maggior parte dei fondi e delle attenzioni: per intenderci la città metropolitana di Torino, si è dotata di ben 11 zone omogenee.
Proprio mentre scrivo, con l'occhio e l'orecchio protesi sulla
diretta streaming del Consiglio Metropolitano, l'Assise delibera la proposta,
con il solo voto contrario e intervento significativo del consigliere Lebro.
Noi
non staremo a guardare, abbiamo già in programma iniziative, ma questo a tempo
debito; nel frattempo «Stay Tuned».