martedì 30 gennaio 2018

LA POLITICA NEL PALLONE

Una squadra vincente è composta innanzitutto da atleti che gareggiano con spirito di sacrificio, e tutti insieme, con lo scopo innanzitutto di giocare bene per far divertire il pubblico che tornerà numeroso ad assistere alle prestazioni, ed in secondo luogo, per ottenere il risultato.
In una squadra capita che ci siano atleti con simpatie ed antipatie reciproche, a pelle o per atteggiamenti, per protagonismo o per convinzioni personali, ma quando l'antipatico è solo davanti alla porta sguarnita beh, allora anche se sta sui coglioni, la palla gliela si passa, perché poi, vuoi mettere la soddisfazione?
E poi si è della stessa squadra, si hanno trascorsi insieme, si rema nella medesima direzione e, fondamentalmente, si ama la maglia.
Quando poi si desidera stravincere, il presidente capo supremo della squadra, inserisce lo straniero, quello che a suo avviso col suo gioco, potrà portare altri tifosi finora indifferenti allo stadio, ma che nel contempo, non dà il suo apporto d'amore al progetto di squadra ed ai colori, o perlomeno, non ha dimostrato in precedenza il proprio interesse né ai compagni, né ai tifosi.
Allora si rompe l'armonia, o meglio, la squadra si spacca, la palla non gliela si dà nemmeno se c'è chiara occasione da gol.
Si lo so, è come il marito che per far dispetto alla moglie si taglia gli attributi, ma che vuoi fa, quest'è la politica.

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