Se prevenire è meglio che curare, c'è per chi è ancora meglio uccidere.
A Piano di Sorrento, e ad onor del vero non solo qui, si agisce come nel
far west con il cavallo zoppo, un colpo alla testa: ma più o meno 150 anni d’evoluzione
ci costringono ad interpellare il veterinario, per valutare se eventualmente l’animale abbia ancora la recondita possibilità di trainare la carrozzella.
Così ad alberi violentati nel corso degli anni, più volte potati,
capitozzati, amputati delle parti fastidiose, cui nemmeno le radici sono
state risparmiate durante i rifacimenti di strade e marciapiedi (ndr: vedi ad esempio via Mercato), si applica l’eutanasia
surrogatoria; in sostanza abbattuti e sostituiti con giovani esemplari, con
il benestare dell’agronomo, senza che nessuno paghi per queste azioni dannose compiute
sui "nostri" alberi.
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I Ginkgo di via delle Rose |
Troppi interventi invasivi e poche cure per i nostri alberi, alcuni addirittura
considerati fastidiosi durante il periodo della fruttificazione, e per questo
da sostituire con fusti di altro sesso: qui trova attuazione il sessismo degli
alberi, la misoginia verde.
I Ginkgo Biloba* di via delle Rose, quei bellissimi alberi che in
autunno colorano squallidi asfalti e cementi con le loro foglie, hanno una
caratteristica, se sono "femmine" producono frutti maleodoranti. Ciò
avviene dopo che la pianta ha compiuto 20 anni e quindi, solo dopo che sia
trascorso tale tempo, avremo la certezza e potremo annunciare al paese: «Evviva,
è un maschio»!
Chiaro che ci sono tecniche di innesto che garantirebbero la "virilità"
del ginkgo, però magari dopo 20 anni, chi ha certificato la pianta potrebbe
essere irrintracciabile se l’operazione non avesse avuto buon esito.
E poco importa se attività commerciali o produttive puzzano, magari con
immissioni chimiche in atmosfera: le ginkgo biloba si, sono loro il problema.
* 34 Ginkgo Biloba (in tutto 54 alberi) "compromessi"
saranno abbattuti e sostituiti a Piano di Sorrento; rientrano nell’operazione
finanziata dalla Città metropolitana di Napoli nel programma di interventi di
ripiantumazione e incremento del verde.
La perizia agronomica,
per la maggior parte delle piante, ne giustifica la sostituzione poiché oggetto
di taglio, di capitozzatura, di innesti con cloni "maschili" (n.d.r.
e violenze varie), ed oltre a ripresentare il fenomeno della fruttificazione,
hanno ormai perso l'assetto fisiologico naturale.
Superfluo considerare
come possano essersi ridotte in questo stato, chi ha dato l’ordine e chi ha
eseguito le capitozzature a tutti questi alberi, e perché invece di fare questi
interventi non si è fatta una puntuale pulizia delle pavimentazioni su cui si
depositano i frutti caduti, visto che la fruttificazione avviene per un solo
mese su dodici.
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