Dove comincia Sorrento
Questa pandemia sta mettendo a nudo tutte le criticità e le incoerenze
del nostro sistema.
Complotti a parte cui non ho mai dato credito, c'è da registrare che questo
virus sta combattendo una guerra contro l'uomo, e parallelamente contro tutto
quello che questi ha costruito o, a seconda dei punti di vista, distrutto.
Natura rivoluzionaria a parte, c'è da registrare l'ovvietà mai troppo
poco evidenziata, che il sistema politico clientelare ha fatto sì che si
occupassero ruoli d'importanza strategica non per valori meritocratici, ma per
mera appartenenza e convenienza ad una fazione piuttosto che ad un'altra. E
alla prima emergenza, qualsiasi essa sia, chi ne paga caramente lo scotto è soprattutto
la fascia più economicamente debole della popolazione.

In conclusione, auspico che questo periodo drammatico possa essere d'insegnamento,
e faccia comprendere l'importanza e la necessità di avere una guida univoca,
che possa essere e trovare consistenza nella piena alternanza democratica. Ciò
deve sfociare in un programma unico per la penisola sorrentina, che non possa
prescindere dall'avere un solo Sindaco, una sola Giunta, un solo Consiglio
Comunale, consci che quest'ultimo è l'unico luogo deputato per adottare le
scelte strategiche e per fare dei comuni del comprensorio una grande città. Una
città che con i suoi numeri possa essere una realtà nazionale, e non relegarsi
ai ruoli di piccoli comuni, che come questuanti scappellati mendicano l'esiguità
al governatore o al primo ministro di turno.
Sono carottese: ciò non m'impedisce d'essere napoletano, italiano,
europeo e cittadino del mondo.
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