L’eventuale entrata del M5S nel governo proposto da Draghi
a mio avviso non può essere letta come atto di responsabilità, giacché sarebbe impossibile
differenziare da altre occasioni e da altri protagonisti; si risulterebbe
inevitabilmente assimilati all'uniformazione, ai modi traffichini di fare
politica in Italia e, di conseguenza, un prendere parte al “grande inciucio”,
al “tutti insieme appassionatamente”.
Nemmeno può passare il concetto che la pandemia ci
“costringa” a turarci il naso ed allearci con “laqualunque”.
Sono consapevole che l’Italia sia una repubblica
parlamentare, e vivaddio, non può esserlo ad intermittenza; è lampante che il
governo debba sempre necessariamente essere frutto di mediazione politica fra
le varie forze che compongono le Camere. Ma un’alleanza, un contratto di
governo, si fa con chi ti è simile, con chi pensi di poter condividere un
minimo di percorso.
Ero contrario al contratto con la Lega e da iscritto
ho votato no, proprio non riesco a “legarmi”, con la certezza che il sentimento
sia reciproco.
Mi sono astenuto con il PD perché a quel punto non si
poteva farne a meno: ho dovuto turarmi il naso, e lo dico senza nessuna
intenzione di offendere le tante conoscenze locali che lottano per il proprio
territorio, con qualche differenza certamente, ma con passione e per il bene
comune.
Ho però ben in mente le parole del presidente
Imposimato, forse troppo in fretta dimenticato:
«Il M5S, che rappresenta la parte più pensosa del bene comune esistente in
Parlamento, deve uscire dalla fase di stallo e di immobilismo in cui versa, per
evitare contaminazioni, e cercare un accordo con le forze del centro sinistra
che siano intenzionate a cambiare per lottare contro le gravi diseguaglianze
sociali in cui è precipitato il Paese in questi ultimi anni.
Il M5S non potrà mai diventare da solo maggioranza assoluta nel Paese ma, sulla
base di un programma condiviso, potrà governare solo alleandosi con altre forze
democratiche disposte a cambiare.
Il M5S potrà riscoprire il valore dell'etica, oggi negletta, che deve ridiventare
un pilastro dell’Italia da ricostruire, rifondando la democrazia e la
solidarietà.
Il M5S ponga al centro della sua proposta:
- la legge sul conflitto di interessi, che è strumento di lotta
alla corruzione e di eguaglianza delle condizioni nella competizione
elettorale
- i rimborsi elettorali da eliminare,
- la lotta all'evasione fiscale con accordo con la Svizzera per
la tassazione dei capitali esportati» (23.6.2013).
Quindi non è una ricerca della verginità perduta, ma
una consapevolezza raggiunta che dovrebbe indurci a scegliere i nostri compagni
di viaggio, e non a subirli, a farceli imporre: da parte mia esprimo un secco
“NO” al governo Draghi, le accozzaglie se le votassero loro.
martedì 9 febbraio 2021
DICHIARAZIONE DI VOTO
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