venerdì 12 febbraio 2021

COSA SI DICONO I SINDACI?

Consta di due pagine la nota prodotta dall’Unità di Crisi di Sorrento, che il primo cittadino della stessa città Massimo Coppola, ha inviato il 4 febbraio scorso ai colleghi della penisola sorrentina, affinché esprimessero il loro pensiero nella riunione di domenica scorsa.
Il documento, datato 29 gennaio, è un invito ad «assumere decisioni coraggiose e talvolta impopolari» considerato che l’andamento del contagio da Coronavirus in penisola, registra numeri sempre più elevati.
È un appello «al senso di responsabilità, civico e morale, degli amministratori della Penisola Sorrentina per la definizione di strategie condivise finalizzate al contenimento del rischio sanitario e per assicurare le migliori condizioni per la ripresa della nostra economia, basata prevalentemente sulle attività turistiche».
L’Unità di Crisi evidenzia quel che appare lampante, che il nostro territorio è un unico agglomerato urbano in cui è impossibile isolare un solo comune rispetto agli altri, per cui il rischio sanitario non può essere contrastato con soluzioni singole ma misure applicate uniformemente per tutto il territorio.
Sono sei le proposte al vaglio, fra cui la prima che mi ha particolarmente colpito, giacché simile a quella già avanzata dai consiglieri comunali 5 stelle locali a tutti i Sindaci, con una nota ufficiale del 21 marzo dello scorso anno: «formalizzazione di un coordinamento dei Sindaci dei Comuni della Penisola Sorrentina per la sicurezza sanitaria del territorio, con particolare riferimento all’emergenza Coronavirus».
Delle valutazioni su questa e le altre 5 proposte particolarmente “restrittive”, non ci è dato sapere, anche considerando che ormai siamo in chiusura della settimana; le attendiamo in qualche comunicato ufficiale, o almeno su qualche pagina social come ormai ci hanno da tempo abituato.
Tralasciando il fattore covid-19, resta il fatto che non è possibile assistere alle riunioni sindacali, nemmeno per i consiglieri comunali in qualità di uditori come richiesto dal sottoscritto in più occasioni, e tutto quel che si dice (o si tace) resta nelle segrete stanze.




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