Il Presidente chiude anzitempo l’Assise Consiliare
Piano di Sorrento – Dopo l’assenza di tutta la maggioranza ieri in
prima convocazione, oggi si è nuovamente riunito il Consesso carottese in
seconda convocazione, sempre in modalità telematica.
Un Consiglio particolare che ha visto ritirare da parte della maggioranza,
sia la proposta di regolamento comunale del nuovo canone patrimoniale di
concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria, sia la proposta di
alienazione di quote di partecipazione azionaria in Penisolaverde S.p.A. in
favore dell’Ente Comunale di Massa Lubrense.
Ma dopo la defezione in massa di ieri, il clou si è raggiunto
all’ultimo punto all’ordine del giorno, durante la discussione dell’unico
debito fuori bilancio, un debito per così dire scomodo giacché il comune,
contumace e non costituitosi in giudizio, è stato condannato in appello al
risarcimento dei danni riportati dal veicolo dell’appellante e al pagamento
delle relative spese processuali.
Durante gli interventi del sottoscritto e del consigliere Antonio D’Aniello, atteggiamenti
irrispettosi verso il Consiglio assunti da alcuni Consiglieri e Assessori,
hanno indotto il Presidente Russo a chiedere per ben due volte l’appello
nominale, richiamando i Consiglieri all’ordine e a seguire i lavori piuttosto
che la tivvù.
L’Assise Consiliare è la massima espressione istituzionale cittadina,
e dev’essere rispettata a prescindere se si svolga in Sala Consiliare o in
modalità telematica. Per la verità, da quando i consigli si svolgono in videocall,
è accaduto spesso di notare “presenze fantasma” da parte
di chi, lasciata accesa la telecamera, si dedicava a tutt’altro. Ma oggi si è
davvero toccato il fondo, essendo perfino capitato di avere l’audio interrotto
dalla trasmissione televisiva seguita da qualche membro.
I “disturbi” infatti sono continuati e, al terzo richiamo all’ordine e
al rispetto, il Presidente ha “giustamente” ritenuto di chiudere
anticipatamente il consesso, rinviando alla prossima Adunanza l’argomento.
Oggi abbiamo assistito alla mortificazione del Consiglio Comunale.
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