mercoledì 12 ottobre 2022

I SILENZI DELLE OPPOSIZIONI

ASPS - Fatti i necessari adeguamenti normativi allo statuto come indicato da Antonio D’Aniello e dal sottoscritto.

Stiamo assistendo a Consigli Comunali con dibattiti ridotti all’osso, con partecipazioni giusto per marcare la presenza fisica. D’altro canto l’antifona si è compresa subito con la dichiarazione d’indipendenza del combattivo Mario Russo, dal gruppo Piano nel Cuore, il quale evidentemente gli stava stretto.
In occasione della “non discussione” del bilancio preventivo, fatto salvo il piano triennale dei lavori pubblici e le ossessive idee del capogruppo di minoranza, già sindaco Iaccarino, del parcheggio nel parco San Michele, e della palestra-auditorium e quindi della “non-scuola” di via Amalfi (per rievocare termini del fu M5S a me familiari, seppur ormai desueti), ha fatto seguito un altro “non dibattito” in merito all’adeguamento dello statuto della Azienda Speciale Consortile Penisola Sorrentina, già piano sociale di zona, dismesso nel 2017 con la rinuncia del comune capofila Sorrento.
Abbiamo riscontrato l’ennesimo silenzio dell’opposizione, un silenzio dovuto, vista l’incapacità con il quale si è trattato l’argomento, quando Vincenzo Iaccarino, Pasquale D’Aniello e Carmela Cilento erano rispettivamente, sindaco, vicesindaco e assessore alla cultura.
Il 25/9/2019 fu un consiglio infuocato, in cui sia il sottoscritto, sia Antonio D’Aniello, seppur nemmeno confrontati preventivamente, traemmo le stesse conclusioni.
Conclusioni che, a valle dell’approvazione, vide la maggioranza firmare un patetico documento in cui chiedevano un parere postumo al segretario generale Michele Ferraro:
«In merito alla deliberazione… premesso che i consiglieri di minoranza esprimevano dichiarazioni di voto in senso contrario alla predetta legittimità… chiedono alla S.V. di voler verificare con assoluta massima urgenza, le criticità esposte… riservandosi, in caso di eventuali rilevate illegittimità, di provvedere in autotutela alla immediata revoca e/o annullamento dello stesso».
Un breve cenno sulla risposta del segretario, che allego assieme al documento in questione, il quale indicò la strada dell’adeguamento statutario, infatti riteneva opportuno che le decisioni del C.d.A. fossero assunte da un massimo di cinque consiglieri (n.d.r. comunque in numero dispari e certamente non in sei come da statuto).
Inoltre, per quanto riguardava il piano programma aziendale, avevamo scherzato, giacché effettivamente non era a previsione triennale ma biennale; si sarebbe dovuto nuovamente discutere, dopo la deliberazione in sede aziendale. Quindi, di cosa avevamo parlato?
Questo a dimostrazione che non avevano letto un singolo foglio; e come avrebbero potuto parlare ora che finalmente le amministrazioni ci mettevano una pezza?
Infatti, immediatamente zittiti dal Sindaco Cappiello, ben più sul pezzo della delegata Esposito che leggeva il foglietto scritto senza sostenere contraddittorio, faceva comunque intendere di non aver intenzione di calcare la mano; il perché di cotanta magnanimità non era da ricercarsi nel non voler infierire sull’avversario politico (qualora Piano nel Cuore potesse essere considerato tale anche in assise consiliare, e non solo in competizione elettorale), ma perché nei banchi di maggioranza siede ora l’assessore Antonella Arnese che, all’epoca dei fatti, era nostro rappresentante cittadino nel consiglio d’amministrazione dell’azienda consortile.
L’approvazione delle modifiche scivolava via liscia come l’olio, registrando l’astensione dei soli tre presenti della minoranza.
In conclusione, mi rendo conto che bisogna dirle le cose, che occorre sempre un maggior coinvolgimento e partecipazione, ma non del singolo, di tanti cittadini che vogliano porre domande, domande che vedrete, diranno che sono scorrette e fastidiose; il film è già visto.

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