lunedì 15 febbraio 2016

C'È TRAFFICO IN CITTÀ

Il panorama era da mozzafiato, la natura era verde e viva fra i due rivi di tufo che arrivavano dalle vicine colline fino al mare, portando odori antichi, tanti, che se ne confondevano i profumi.
L'odor di zagare, prevaleva durante la fioritura degli aranci che come una tavolozza di un pittore astrattista, coloravano le macchie verdi di arancione, mescolandosi al giallo dei limoni.
In quell'esplosione di colori e di vita, si sentivano forti i cinguettii degli uccelli che sembrava si rincorressero per scherzo e per amore, contribuendo all'aria apparentemente festosa.
Lì scorreva l'acqua cristallina del torrente, a tratti rumorosamente silenziosa, in altri fragorosa e vitale, e in quel punto da generazioni, la famiglia di Peppiniello 'a sciora, aveva costruito il mulino.
Le pale erano mosse dall'acqua e i sistemi meccanici facevano girare le grosse mole che macinavano finemente il grano; così si otteneva 'a sciora, la farina.
A volte, specie durante le belle stagioni, l'acqua era al minimo, ma il mulino girava egualmente seppure a velocità ridotta, durante l'inverno invece, la pioggia riempiva  le sponde e il mulino sprigionava tutta la sua efficienza.
Ma i tempi cambiavano, la popolazione aumentava, crescevano le esigenze, c'era sempre più richiesta e i soldi non bastavano mai.
Peppiniello decise che avrebbe dovuto aumentare la produzione di farina e mise in atto di li a venire, una serie di "accorgimenti" che gli avrebbero permesso ciò, con l'aiuto di alcuni suoi accondiscendenti e potenti amici di portafoglio.
Cementificò tratti di sponde del torrente in modo da ottenere più velocità di scorrimento, scavò dei canali a monte che convogliassero l'acqua dei ruscelli vicini, dragò ed allargò ancora il torrente, aumentò la potenza del mulino e in poco più di un lustro, il suo divenne il più importante mulino della regione.
Dava lavoro a molte famiglie che andarono ad abitare lì aumentando ancor più la richiesta. Tutto andava a gonfie vele, le banche gongolavano, i commercianti anche, il denaro circolava più dell'acqua e all'apparenza erano tutti felici.
Ma un giorno, quel giorno, quel 4 novembre, tempo di pioggia, e piovve tanto, ma un po' di più, nessuno se lo aspettava, l'acqua si ribello, disse: "Io non sono come l'uomo, sono libera e nessuno mi può contenere"!
Spaccò, inondò, devastò, la terra franò, qualcuno morì.
Si parlava di ricostruzione, per giustificare dissero che fu una bomba d'acqua.
Ora immaginate che il mulino sia la penisola sorrentina e il torrente sia la SS 145.


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