venerdì 7 ottobre 2016

HA RAGIONE MAMMÀ

Mi riecheggiano parole arcaiche, la voce di mia madre:
«Salvatore, vai un attimo dal Parente e fatti dare un pezzo di pane, un litro di latte e 100 grammi di prosciutto cotto; mi raccomando digli 100 e non di più che certamente ne affetta 150»!
«Va bene mamma».
Quanti di noi ...antenni siamo scesi di casa con la raccomandazione: «E attento a quando attraversi» anche se all'epoca un'auto, se e quando transitava, si sentiva arrivare 'a 'nmiezo 'o mulino.
Prima, in ogni quartiere c'era il salumiere, il casadduoglio di famiglia, quello del poi passa mamma a pagare.

Oggi é tutto cambiato, la spesa si fa al centro commerciale, si paga immediatamente e senza contanti e infine, si risparmia: ma ne siamo sicuri?
Cominciamo col dire e mi riferisco alla maggioranza, che oggigiorno per fare gli acquisti alimentari quotidiani, ci si reca sul posto non so quanto necessariamente, con l'automobile.
Per cui prevediamo l'uso, il consumo, il cosiddetto struscio del mezzo; poi il carburante, l'eventuale sosta a pagamento, infine e da non sottovalutare l'impatto ecologico-ambientale: tutte cose da mettere sul piatto della bilancia. Per cosa poi? Per riempire il portabagaglio!
Infatti nei supermercati, nei centri commerciali in genere e in tutti i luoghi di grandi acquisti, la strategia del marketing, della vendita è alla base. Vendere, qualsiasi cosa, ma vendere.
E allora ci sono bancate di materiali colorati sapientemente posizionati che attirano la nostra attenzione, e ci fanno riflettere sul come sia indispensabile per la nostra dispensa, quella tal salsa di soia che non useremo mai, e quella senape che non piace a nessuno o quei semi dal nome esotico che non ricordiamo in quale ricetta abbiamo letto si usino, e che non impiegheremo mai.
E poi vuoi mettere quel tre al prezzo di due che ti "costringe" a prendere una cosa in più di quel che ti occorre, o quel detersivo che solo qui trovi a metà prezzo? Fa niente che poi tutto il resto è più caro.
Le omelette con uova già sbattute chissà da quanto, comode e veloci per la casalinga annoiata, o la donna in carriera, il papà stanco, o il single impegnato in chat, che nelle loro routine quotidiane hanno perso i semplici usi culinari.
E che dire delle miriadi di caramelle vicine alla cassa, dei cioccolatini o delle torce che vuoi mettere se manca la corrente, o dell’ultimo modello di rasoio a trentacinque lame che estraggono i peli trentaquattro volte mentre li tagliano?
E così ti ritrovi con il carrello pieno, te che volevi comprare un po' di pane, il latte e il companatico; allora ti guardi attorno e vedi commessi e cassieri indaffarati a spostare merci fra gli scaffali, e a "bippare" scatole codificate otticamente, tutto in nome della velocità, della praticità, del fare presto che il tempo è prezioso.
Ed è talmente prezioso che nemmeno ti fermi a scambiare due chiacchiere con la cassiera, e quindi ignori che lavori sette giorni alla settimana con turni che coprono oltre le dodici ore, pagata spesso con voucher o assunta con contratto "Frignero".
Meno posti di lavoro e meno diritti; ma te ne vai incurante con il tuo bel carrellino dalle ruote sgangherate che, chissà perché tocca sempre a te quello che va storto, e distrattamente carichi il portabagaglio della tua auto.
Poi un lampo, ti ricordi di mammà, e la mamma ha sempre ragione, anche e specialmente quando non c'è più:
«Salvatore, sono 150 grammi, che faccio, lascio»?!

2 commenti:

  1. Complimenti, Bella riflessione.... hai fotografato in pieno la frustrazione umana.
    Poveri noi

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    1. Se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L'alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti di comprare cose che non ti occorrono, che nel contempo ti tolgono il tempo per vivere. Pepe Mujica

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