Qui entra in gioco uno degli scopi per cui si avvertì
la necessità di avere un MoVimento di cittadini, che operasse sui territori
all'interno delle istituzioni: vi ricordate la scatoletta di tonno? Forse sarà
sgombro, o forse sardine, o forse una semplice insalatina, ma io l'apriscatole
voglio usarlo.
Alla fine di questo articolo vi chiederete chi sono
gli imbranati (dummies), chi lo è e chi ci fa, e questo è il motivo per il
quale desidero che le cose siano estremamente chiare.
Comincerò quindi con delle brevi e semplici
definizioni di termini contenuti nella Legge n.56 del 7 aprile 2014, detta
Delrio, la quale impartisce «Disposizioni sulle città metropolitane, sulle
province, sulle unioni e fusioni di comuni».
·La Città Metropolitana di Napoli ha l'estensione
territoriale della ex Provincia di Napoli.
·Il Sindaco della Città Metropolitana è
di diritto il Sindaco della città capoluogo (Napoli); attualmente è Luigi de
Magistris. In seguito vedremo altre modalità contemplate dalla legge Delrio.
·Il Consiglio Metropolitano è eletto
fra e dagli stessi Consiglieri comunali con voto ponderato, ossia la preferenza
dell'elettore appartenente a una città più popolosa vale più di quella del
Consigliere del piccolo paesino; per intenderci il voto del consigliere di
Carbonara di Nola vale 6, mentre quello del collega di Napoli vale 823. Il voto
del consigliere di Giugliano 115, quello di Sorrento o Piano di Sorrento vale
36.
·La Conferenza Metropolitana è
composta dal Sindaco Metropolitano e da tutti i Sindaci dei comuni afferenti.
·La zona omogenea è individuata in
un'area composta da più comuni confinanti dell'area metropolitana, aventi
affinità (storico-culturali, socio-economiche ecc.).
·La zona di autonomia amministrativa è
assimilabile ad una o più municipalità della città di Napoli, che una volta
suddivise, possono essere considerate come comuni a se stanti ai fini della
realizzazione delle zone omogenee.
·Il piano strategico per le Città
metropolitane è un obbligo e non un atto volontario. Si tratta di uno strumento
che deve individuare emergenze e criticità, dove, come e quando fare
interventi, destinare fondi, il tutto intendendo l'area metropolitana più
insiemi di comuni.
«Il percorso avviato è
tutt'ora in itinere, il processo partecipativo vedrà sempre più coinvolgere
istituzioni, enti ed associazioni, e porterà in tempi brevi all'approvazione
del primo Piano Strategico della Città Metropolitana di Napoli. Il nostro è un
processo, un progetto in divenire. Siamo solo all'inizio. Luigi de Magistris»; tutto questo per dire, a Napoli stiamo ancora a zero.
Una volta assimilata questa terminologia, possiamo proseguire.

In sostanza, se il capoluogo (Napoli) non suddivide il proprio
territorio in zone amministrativamente autonome, è da considerarsi come comune
unico e non può essere scomposto in altre zone omogenee.
Con deliberazione sindacale n. 49 del 13 febbraio scorso (e questa già è una cosa atipica giacché la delibera per antonomasia è atto collegiale e non monocratico), De Magistris individua le zone omogenee, e il seguente 28 febbraio, con un solo voto contrario, il Consiglio metropolitano ne delibera l'approvazione.
Con deliberazione sindacale n. 49 del 13 febbraio scorso (e questa già è una cosa atipica giacché la delibera per antonomasia è atto collegiale e non monocratico), De Magistris individua le zone omogenee, e il seguente 28 febbraio, con un solo voto contrario, il Consiglio metropolitano ne delibera l'approvazione.
Nelle 5 aree proposte di omogeneo non traspare nulla, considerando
i luoghi delineati in modalità alquanto casuale e dovuti solo a contiguità
territoriali, senza studi specifici delle caratteristiche dei territori, delle
affinità, degli scambi merceologici e delle radici storiche.
Napoli, con i suoi oltre 950.000 abitanti, sarà sempre il
territorio che riceverà le maggiori attenzioni e, per rendere
il più uniformi possibili le zone, costringe ad adottare aree
vastissime, con popolazioni cospicue e quindi poca affinità socio-economiche
fra di loro; alla fine ne saranno solo 5, mentre città come Torino ne ha
adottato ben 11.
Del ruolo predominante di Napoli e l'inevitabile destinazione dei
fondi a pioggia, dato che non c'è un progetto di specifica territorialità,
dovrebbe interessare tutti i cittadini, e specialmente i Sindaci dei nostri
comuni che sono nella quasi totalità dei casi assenti alle Conferenze
Metropolitane, demandando al politico amico di turno sia la ripartizione
delle zone omogenee, sia il piano strategico; nel caso della penisola
sorrentina al Sindaco di Meta Giuseppe Tito, consigliere Metropolitano con
delega al Piano Strategico "che non c'è".
Questa cosa già l'ho pubblicamente denunciata unitamente a molti
consiglieri comunali del M5S; inoltrai anche un'interrogazione cui ebbi
risposta, chi lo desiderasse potrà approfondire consultando i link in calce.
Ma non è il solo, in pratica tutti i Sindaci si disinteressano delle vicende della Città Metropolitana; personalmente mi sono fatto l'idea che non comprendano l'importanza del ruolo della Conferenza Metropolitana, e demandino come consuetudine, ricevendo il favore in cambio di un finanziamento che possa "abbellirli" agli occhi dei propri concittadini.
Ma non è il solo, in pratica tutti i Sindaci si disinteressano delle vicende della Città Metropolitana; personalmente mi sono fatto l'idea che non comprendano l'importanza del ruolo della Conferenza Metropolitana, e demandino come consuetudine, ricevendo il favore in cambio di un finanziamento che possa "abbellirli" agli occhi dei propri concittadini.
Eppure ci sono ben € 420.000.000,00 di fondi provenienti da avanzo
di bilancio. Come al solito per i nostri amministratori sarà importante
spenderli visto che si è perennemente in campagna elettorale per qualcosa, e
non finalizzarli per scopi specifici.
Ma in chiusura, dove voglio porre l'accento e dove non potrò
transigere, riguarda la circostanza che quanto deliberato dal consiglio
metropolitano di Napoli, non è in applicazione della L.56/2014, non avendo
ripartito il capoluogo in zone amministrativamente autonome, confinando tutto
quello a cui stiamo assistendo, a mero teatrino politico di un consiglio composto
da sola maggioranza, senza opposizione (se escludiamo il consigliere Lebro),
che raccontano storie e pretendono di farcele piacere.
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