martedì 12 marzo 2019

CITTÀ METROPOLITANA FOR DUMMIES - LE ZONE OMOGENEE

Piano di Sorrento - Impresa ardua spiegare quel che sta accadendo in Città Metropolitana di Napoli, in primo luogo perché è materia molto tecnica, secondo perché è erronea credenza che le provincie non esistano più, infine perché si desidera non si sappia troppo.
Qui entra in gioco uno degli scopi per cui si avvertì la necessità di avere un MoVimento di cittadini, che operasse sui territori all'interno delle istituzioni: vi ricordate la scatoletta di tonno? Forse sarà sgombro, o forse sardine, o forse una semplice insalatina, ma io l'apriscatole voglio usarlo.
Alla fine di questo articolo vi chiederete chi sono gli imbranati (dummies), chi lo è e chi ci fa, e questo è il motivo per il quale desidero che le cose siano estremamente chiare.
Comincerò quindi con delle brevi e semplici definizioni di termini contenuti nella Legge n.56 del 7 aprile 2014, detta Delrio, la quale impartisce «Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni».
·La Città Metropolitana di Napoli ha l'estensione territoriale della ex Provincia di Napoli.
·Il Sindaco della Città Metropolitana è di diritto il Sindaco della città capoluogo (Napoli); attualmente è Luigi de Magistris. In seguito vedremo altre modalità contemplate dalla legge Delrio.
·Il Consiglio Metropolitano è eletto fra e dagli stessi Consiglieri comunali con voto ponderato, ossia la preferenza dell'elettore appartenente a una città più popolosa vale più di quella del Consigliere del piccolo paesino; per intenderci il voto del consigliere di Carbonara di Nola vale 6, mentre quello del collega di Napoli vale 823. Il voto del consigliere di Giugliano 115, quello di Sorrento o Piano di Sorrento vale 36.
·La Conferenza Metropolitana è composta dal Sindaco Metropolitano e da tutti i Sindaci dei comuni afferenti.
·La zona omogenea è individuata in un'area composta da più comuni confinanti dell'area metropolitana, aventi affinità (storico-culturali, socio-economiche ecc.).
·La zona di autonomia amministrativa è assimilabile ad una o più municipalità della città di Napoli, che una volta suddivise, possono essere considerate come comuni a se stanti ai fini della realizzazione delle zone omogenee.
·Il piano strategico per le Città metropolitane è un obbligo e non un atto volontario. Si tratta di uno strumento che deve individuare emergenze e criticità, dove, come e quando fare interventi, destinare fondi, il tutto intendendo l'area metropolitana più insiemi di comuni.
«Il percorso avviato è tutt'ora in itinere, il processo partecipativo vedrà sempre più coinvolgere istituzioni, enti ed associazioni, e porterà in tempi brevi all'approvazione del primo Piano Strategico della Città Metropolitana di Napoli. Il nostro è un processo, un progetto in divenire. Siamo solo all'inizio. Luigi de Magistris»; tutto questo per dire, a Napoli stiamo ancora a zero.
Una volta assimilata questa terminologia, possiamo proseguire.
In precedenza (secondo punto) scrivevo dell'elezione del Sindaco Metropolitano: in effetti la legge Delrio, prevede per le Città metropolitane con oltre 3 milioni di abitanti (Roma, Milano, Napoli), la possibilità di eleggerlo con suffragio universale (direttamente dai cittadini elettori), a patto che si soddisfi la condizione disciplinata dal comma 22 dell'articolo 1, ossia che si preveda la costituzione di zone omogenee, e che il comune capoluogo realizzi la ripartizione del proprio territorio in zone dotate di autonomia amministrativa.
In sostanza, se il capoluogo (Napoli) non suddivide il proprio territorio in zone amministrativamente autonome, è da considerarsi come comune unico e non può essere scomposto in altre zone omogenee.
Con deliberazione sindacale n. 49 del 13 febbraio scorso (e questa già è una cosa atipica giacché la delibera per antonomasia è atto collegiale e non monocratico), De Magistris individua le zone omogenee, e il seguente 28 febbraio, con un solo voto contrario, il Consiglio metropolitano ne delibera l'approvazione.
Nelle 5 aree proposte di omogeneo non traspare nulla, considerando i luoghi delineati in modalità alquanto casuale e dovuti solo a contiguità territoriali, senza studi specifici delle caratteristiche dei territori, delle affinità, degli scambi merceologici e delle radici storiche.
Il dato che lascia perplessi è la mancata applicazione della legge Delrio nella suddivisione del comune capoluogo in zone amministrativamente autonome, in modo da poter considerare territori realmente omogenei, quali ad esempio San Giorgio a Cremano con Napoli est, e non con Capri e la penisola sorrentina (sic).
Napoli, con i suoi oltre 950.000 abitanti, sarà sempre il territorio che riceverà le maggiori attenzioni e, per rendere il più uniformi possibili le zone, costringe ad adottare aree vastissime, con popolazioni cospicue e quindi poca affinità socio-economiche fra di loro; alla fine ne saranno solo 5, mentre città come Torino ne ha adottato ben 11.
Del ruolo predominante di Napoli e l'inevitabile destinazione dei fondi a pioggia, dato che non c'è un progetto di specifica territorialità, dovrebbe interessare tutti i cittadini, e specialmente i Sindaci dei nostri comuni che sono nella quasi totalità dei casi assenti alle Conferenze Metropolitane, demandando al politico amico di turno sia la ripartizione delle zone omogenee, sia il piano strategico; nel caso della penisola sorrentina al Sindaco di Meta Giuseppe Tito, consigliere Metropolitano con delega al Piano Strategico "che non c'è".
Questa cosa già l'ho pubblicamente denunciata unitamente a molti consiglieri comunali del M5S; inoltrai anche un'interrogazione cui ebbi risposta, chi lo desiderasse potrà approfondire consultando i link in calce.
Ma non è il solo, in pratica tutti i Sindaci si disinteressano delle vicende della Città Metropolitana; personalmente mi sono fatto l'idea che non comprendano l'importanza del ruolo della Conferenza Metropolitana, e demandino come consuetudine, ricevendo il favore in cambio di un finanziamento che possa "abbellirli" agli occhi dei propri concittadini.
Eppure ci sono ben € 420.000.000,00 di fondi provenienti da avanzo di bilancio. Come al solito per i nostri amministratori sarà importante spenderli visto che si è perennemente in campagna elettorale per qualcosa, e non finalizzarli per scopi specifici.
Ma in chiusura, dove voglio porre l'accento e dove non potrò transigere, riguarda la circostanza che quanto deliberato dal consiglio metropolitano di Napoli, non è in applicazione della L.56/2014, non avendo ripartito il capoluogo in zone amministrativamente autonome, confinando tutto quello a cui stiamo assistendo, a mero teatrino politico di un consiglio composto da sola maggioranza, senza opposizione (se escludiamo il consigliere Lebro), che raccontano storie e pretendono di farcele piacere.

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