giovedì 31 ottobre 2019

RESPONSABILI EGOISTI

Ho appena estratto i dati dal nostro Smart Nose Dust, relativi alla qualità dell’aria che respiriamo, rilevati all’incrocio del Corso Italia con via Mortora e via San Sergio (qui in formato pdf).
Premesso che i nostri nasi elettronici non sono certificati e che solo l’ARPAC potrebbe darci conferma di tali dati, ma a quanto pare l’agenzia non pare interessata o perlomeno non è sufficientemente compulsata dai nostri sindaci, sottolineo che la prima parte di ottobre è stata drammatica per le polveri sottili; il valore del PM10 ha sforato per 15 giorni consecutivi anche del triplo del limite giornaliero consentito. Poi, subito dopo il mio ultimo post, credo e presumo per pura combinazione, i valori si sono allineati con piccoli sforamenti solo intorno alle ore 16:00.
Il calcolo della misurazione media del mese è comunque e purtroppo, ben oltre il doppio del limite annuale consentito.
Per quanto riguarda il PM2,5 la media annuale massima è di 25 µg/m3, mentre quella mensile rilevata è quasi il doppio.
Ma l’elemento che è forse sottovalutato è il biossido d’azoto (NO2). L’ARPA ci dice che:

«È un gas di colore rosso bruno, di odore pungente e altamente tossico e che si forma in massima parte in atmosfera per ossidazione del monossido d’azoto (NO), inquinante principale che si forma nei processi di combustione. Le emissioni da fonti antropiche derivano principalmente da processi di combustione quali centrali termoelettriche (non ne abbiamo!), riscaldamento (di questi tempi?) e traffico (ma guarda un po’!).
È un gas irritante per l'apparato respiratorio e per gli occhi che può causare bronchiti fino anche a edemi polmonari e decesso.
Contribuisce alla formazione dello smog fotochimico, come precursore dell'ozono troposferico e, trasformandosi in acido nitrico, al fenomeno delle piogge acide».
Ebbene, laddove non ci fidassimo del naso elettronico, e non ne abbiamo motivo, fidiamoci del nostro naso che ne sente il tipico “odore pungente”, fidiamoci dell’irritazione della nostra gola e dei nostri occhi.
Laddove ve ne fosse necessità (ancora), leggiamo la media totale del mese di ottobre, al ribasso purtroppo per l’indisponibilità di alcuni dati: 51 µg/m3, laddove il limite annuale consentito è di 40.
Permettetemi una considerazione, in penisola vedo sempre meno alberi, tagliati e qualche volta rimpiazzati nella migliore ipotesi da arbusti che verosimilmente potranno svolgere la loro funzione fra una ventina d’anni, quegli alberi che potrebbero fare da filtro, quegli alberi che assorbendo anidride carbonica producono ossigeno, che attutiscono il rumore assordante del traffico, che consentivano ai nostri genitori di vivere senza condizionatori d’estate.
Piantare un albero non può essere valutato un atto banale così come lo si vorrebbe far passare, abbatterlo invece dovrebbe considerarsi un vero e proprio crimine. Essere difensori del patrimonio arboreo non simboleggia l’essere ambientalisti, che a riflettere bene è una parola vuota che vuol dir nulla, bensì significa essere individui che vogliono bene a sé stessi.
Allora, se proprio ci teniamo, diventiamo tutti un po’ più egoisti, ma responsabilmente: limitiamo l’uso delle auto e degli scooter, usiamo i mezzi pubblici per i grandi spostamenti e le bici per i piccoli, ma soprattutto difendiamo gli alberi: tu fallo per te che io lo faccio per me.

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