Un passo indietro al 5 giugno 2016.
Nonostante il mobbing subito, sopperito da un grande
gruppo coeso che mi supportò durante l’assenza forzata degli ultimi 15 giorni
di campagna elettorale, l’8,43% dei carottesi votò quella che si definiva e
sarebbe poi realmente risultata forza d’opposizione.
A Roma Virginia Raggi e a Torino Chiara Appendino
sbancarono e qui, terra notoriamente di destra, fu per noi attivisti una altrettanto
chiara vittoria essere il primo comune della penisola sorrentina, ad esprimere un consigliere del MoVimento eletto del comprensorio.
Da quel giorno ho dato tanto alla politica, molto ci
ho rimesso a cominciare dalla mia occupazione svanita dopo 13 anni di onorato
servizio, fino alle mie passioni personali, ma nonostante tutto lo rifarei.
Non per masochismo, ma per l’aver conosciuto e
frequentato tante persone perbene e preparate, che magari non sono nei palazzi romani
che contano, ma che hanno storie e capacità.
Queste persone invisibili ai media, che Beppe Grillo
definì i suoi eroi, sono i consiglieri comunali.
Di alcuni mi fregio di esserne amico oltre che compagno
di rivoluzione, come Gennaro Cozzolino, consigliere di Ercolano, una città affascinante
per quanto difficile, con un’amministrazione filo-renziana. Geco è una persona
che ha capacità di letture politiche che mi affascinano per sagacia e
intelligenza.
È sua, ad esempio, l’intuizione dell’importanza di
partecipare alle elezioni del Consiglio della Città Metropolitana di Napoli.
Un’avventura tutta dei consiglieri comunali, dove
molti di noi diedero l’anima fino "all’ultimo sforzo", in un’impresa che
sembrava titanica, che ci vide vincitori nel momento stesso in cui riuscimmo a
presentare la lista del M5S, pur senza avere il numero delle firme di
sottoscrizione necessarie all’interno della nostra forza politica.
Orgoglioso del percorso limpido effettuato nel
raccogliere le firme presso altre forze politiche, nonché dei miei "0 voti",
segno indiscutibile che tutte le attenzioni furono rivolte al nostro capolista
e che nemmeno il sottoscritto votò per sé stesso ma per un qualcosa di più
grande, vidi poi il progetto fallire per miseri cappelli politici che mai mi
sarei aspettato, una volta dimessosi il nostro unico portavoce eletto, per motivi
prettamente personali.
Danilo Cascone, così si chiama quest’altro mio amico,
svolse un lavoro intenso e di massima condivisione in Città Metropolitana; riuscì
realmente a creare una squadra che lavorava sui temi e che si relazionava
regolarmente negli uffici di palazzo Matteotti. Riuscì ad inquadrare molto bene
quello che poi sarebbe successo, seppure non si conoscevano ancora i risvolti dati
dallo sblocco degli avanzi d’amministrazione da parte del governo centrale.
E Peppe Ricciardi poi, il gigante di Grumo Nevano, che
singolarmente additò tutti i suoi avversari politici, in uno storico e accorato
discorso in consiglio comunale, che sarebbe poi stato il preludio di quel che
poi realmente accadde. Comunque capace, senza alcun tipo di compromesso o di
liste civiche a supporto, di ottenere oltre il 23% alle ultime comunali.
Che dire poi di Carmela Auriemma, colei che smontò il "Decreto Sblocca Italia" di Renzi?
Da sola, prima al TAR Lazio poi alla Corte di
Giustizia Europea, annientò il capo del governo da Rignano sull’Arno,
ridicolizzando l’impianto normativo e l’articolo 35, quello relativo agli
inceneritori, che vede la sua Acerra luogo abbrutito dai rifiuti e dalle
emissioni tossiche dell’impianto. Fosse stato un big, abitué delle sale romane, si
sarebbero spesi per settimane titoli a caratteri cubitali.
Potrei scrivere di altri amici consiglieri o di tanti
altri che magari conosco meno ma che hanno comunque svolto il proprio lavoro
con coerenza e coscienza, ma il lettore che è giunto fin qui (n.d.r. mi auguro
non siano pochi) potrebbe chiedersi: «Cosa c’entra tutto ciò con le regionali»?
Il MoVimento è in crisi d’identità, inutile
nasconderlo, ha necessità di ritrovare compattezza nei programmi e negli
obiettivi, nuovi spunti da cui trarre linfa vitale per sé stesso e per i
cittadini, per dare una svolta a quella che voleva essere una rivoluzione culturale
e che al momento si è arenata; si attende il passaggio della luna nuova che
porti l’alta marea, di quel nome importante della "società civile" che possa
portarci alla vittoria, o della lista civica che possa darci quel quid in più.
Ma noi abbiamo già i nostri esempi di coerenza e
attaccamento "alla maglia" nei nostri territori, nessun altro potrebbe dare il
chiaro segno che il MoVimento 5 Stelle ha intenzione di riavvicinarsi ai cittadini,
senza perdere la propria identità rivoluzionaria, quella che ci ha portato fin
qui, a batterci a suon di carte e denunce per fare della nostra Italia un paese
dove la corruzione e il malaffare non paghi più, dove si finisca di definire "furbetti"
e chiamarli con il loro nome i ladri e i truffatori, dove non pagare le tasse
sia considerata un'onta e nello stesso tempo non siano proibitive e
vessatorie.
Per progettare il futuro e costruirlo finalmente a
misura d’uomo e di bambino, in armonia con il vilipeso ambiente e indipendenti
da tutti coloro che finora sono rimasti "affascinati" dal sistema.
Abbiamo una forza enorme sul territorio, diamole
voce.