Una proposta "equa"
Solidarietà e beneficenza
sono due concetti distinti e separati che spesso tendiamo a confondere: con uno
si indica sostanzialmente un comportamento etico-sociale in favore del prossimo,
con l'altro una forma d'aiuto economico prestato a persone bisognose.
In questo primo periodo
pandemico abbiamo visto la propensione di molti nel mettersi a disposizione
della comunità; chi con piccoli gesti più o meno simbolici, chi con il proprio
impegno e lavoro. Penso ad esempio alle iniziative spontanee, alle singole
associazioni; per quanto riguarda la mia città ai giovani del forum, catapultati
in una situazione di Protezione Civile senza precedenti né addestramento. Hanno fatto un gran lavoro: a loro, come a tutti coloro che si
sono dedicati, deve andare il nostro personale ringraziamento.
Ma i tempi che
verranno saranno ancora più duri, specie per noi che viviamo in queste amene
zone prettamente turistiche, caratterizzate da occupazioni lavorative perlopiù
stagionali.
Non dovremmo avere
bisogno di elemosine assistenzialistiche, né di buoni per sfamarci, tantomeno
dovremmo sentirci mortificati nel vivere questa situazione di difficoltà che
esula dalla nostra volontà giacché generale.
Abbiamo necessità di
essere solidali, che almeno finché le cose non assumeranno una parvenza di normalità,
ciascuno di noi rinunci a qualcosa.

Credo che i nostri sforzi
debbano essere indirizzati nella ricerca dell'equità e non del sovvenzionamento:
se una ripartizione della ricchezza dev'essere un fine ultimo, nell'immediatezza
dobbiamo ricercare equilibrio.
Mi auguro che la
proposta che ho lanciato ai nostri riferimenti in parlamento, possa aprire un
ampio dibattito e che si decida di affrontare il tema "affitti" in tempi
brevissimi.
Sappiamo quanto incida
questa voce nel bilancio delle nostre attività artigiane e commerciali. Altrettanto
per le famiglie: infatti se per coloro che hanno acquistato casa con un mutuo
bancario è concessa la possibilità di rinviare il pagamento delle rate, chi è
in fitto privato non può ovviare, e con la crisi occupazionale attuale deve
scegliere chi e cosa pagare, ed eventualmente se mangiare.
L'idea è di introdurre
per il solo periodo di crisi, un «EQUO CANONE COVID» su tutto il territorio
nazionale.
Tecnicamente si può
pensare ad una formula, magari con premialità defiscalizzanti per i locatori, che
possa andare in deroga a tutti i contratti vigenti, prevedendo una suddivisione
in poche fasce per la determinazione dell'aliquota.
La beneficenza dovrebbe
essere lasciata ai filantropi, magari silenziosi, nel contempo dovremmo
impegnarci a creare una catena di solidarietà sinergica, laddove ciascuno possa
rinunciare a "poco" affinché non ci sia perdita di "tutto" per altri.
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