Ieri ho partecipato al presidio e al comizio per gli Ospedali De Luca e Rossano, e per il Santa Maria della Misericordia, indetto da CUB, Movimento civico Conta anche tu, i Cittadini contro le mafie, VAS e CISAL.
A parte il Sindaco di Meta Giuseppe Tito e il Presidente del Consiglio massese Lello Acone, credo di essere stato l’unico consigliere comunale che abbia partecipato, anche se ho tenuto a precisare che la mia presenza non era da intendersi quale rappresentanza politica, prendendo quindi le dovute distanze dalla palese latitanza di tutte le forze politiche soprattutto regionali, nessuna esclusa.
Nell’intervista (qui il video) ho espresso il mio pensiero in maniera concisa, credendo mi fossero rivolte altre domande, per cui qui approfondisco brevemente.
Facile individuare nello smembramento della sanità nazionale, quella pubblica e finanziata dalle tasse, il problema principale giacché lasciando la materia alle Regioni, si è palesata ovunque una conduzione geo-referenziata, mostrando tutti i limiti e la pochezza della politica, in genere troppo impegnata a creare proselitismo e affiliazione, e per nulla o quasi a fornire i servizi indispensabili ai cittadini.
Credo che additare i problemi della sanità sorrentina alla responsabilità di un solo attore, nello specifico nella figura della dr.ssa De Falco, sia una semplicistica deduzione, laddove i segnali negativi già partirono in principio blandamente con lo spostamento della sala del centro trasfusionale di Sant’Agnello. Continuarono poi in crescendo, dapprima con le difficoltà di personale paramedico del centro oncologico, poi con la chiusura del centro di igiene mentale di via del Mare, sofferta per noi e per gli ospiti della struttura, che già fragili furono “deportati” altrove ben lontani dalle proprie deboli sicurezze; successivamente ancora con il pretesto covid dei trasferimenti dei medici dal nosocomio vicano e relativa chiusura del Pronto Soccorso, infine i recenti accadimenti trascinati da tempo del reparto anestesia-rianimazione sorrentino.
Mi appare come un quadro delineato che tenga a preparare il terreno, a conquistare il consenso dell’opinione pubblica, teso a conclamare la necessità della mega opera santanellese da 65 milioni di euro, ed individuarla quale panacea di tutti i mali della sanità. Tutto ciò però senza tenere conto della realtà, che oltre a quella dell’organizzazione e delle strutture, è anche quella delle lungaggini per un esame diagnostico o per una visita specialistica ambulatoriale, tanto da costringere chi necessita e non ha santi in paradiso, a rivolgersi al convenzionato e sempre più spesso al privato.
A questo punto mi auguro che i cittadini non cadano in questo inganno e “pretendano” risposte immediate, quali la fornitura di apparecchiature moderne ed efficienti, e investimenti in risorse umane professionali e coscienziose, così come la stragrande maggioranza dei medici sappiamo siano, ligi al dovere e al giuramento di Ippocrate.
domenica 30 maggio 2021
OSPEDALI RIUNITI
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